il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



sabato 28 gennaio 2012

La guerra di classe in Italia, chi la fa, chi la subisce e chi ne vorrebbe approfittare


In Italia ci sono due soggetti sociali, uno fa la guerra di classe e uno ne parla. La destra delle banche, dei finanzieri dei puttanieri degli evasori è quella che la guerra la fa, ricattando, impoverendo, licenziando, rubando il futuro e condizionando la vita e il futuro della maggioranza dei cittadini italiani.
Una buona parte della sinistra che guarda e vorrebbe rappresentare quei soggetti che subiscono le manovre, che perdono il lavoro, che perdono i diritti duramente conquistati in passato e non hanno certezze per il futuro, riesce a malapena a parlarne.
Vedere infine una destra che si insinua nelle proteste di massa e pezzi di apparati che si smarcano credo sia quanto di più allarmante possa risuonare in quello che fu un "regime Democratico". Forse è giunto il momento di smetterla di coltivare il proprio orticello, sia a Vasto che Roma, o in Val di Susa piuttosto che a Vicenza e si ipotizzi seriamente una risposta unitaria nei contenuti e di massa per la difesa della Carta Costituzionale e dei diritti della grande maggioranza degli italiani.

Aggiungo il link a questa notizia apparsa in rete, perchè dietro c'è tutta l'emergenza che da economica si trasforma in politica e democratica (clicca sulla foto).
Loris

giovedì 26 gennaio 2012

Il manganello come risposta al disagio sociale provocato dalle misure del Governo.




E’ a questo punto evidente che al crescente disagio sociale determinato da crisi e dalle inique legiferazioni del governo Monti, la risposta che l’esecutivo da a chi non è allineato al servile assenso è quella della reazione e della repressione poliziesca.
Come più volte rimarcato in questi giorni il feticcio della “libera circolazione delle merci” è comunque a prescindere dai diritti dei cittadini, dei lavoratori e dei consumatori stessi .
La risposta , con le cariche e i manganelli, data davanti a Montecitorio ai lavoratori della pesca è un chiaro messaggio di quale linguaggio il governo ha intenzione di usare nel redimere le conflittualità con i lavoratori.
Con questi presupposti è doverosa la solidarietà al movimento No Tav che attraverso gli arresti di oggi, subisce un tentativo di delegittimazione da parte di quei poteri che non conoscono altra morale che “il mercato” e i profitti derivati dalla devastazione dei territori con le “grandi opere” .
Come fu a Genova nel 2001, la militarizzazione di interi territori a spregio della libera circolazione delle persone resta un attentato grave alla nostra Democrazia insieme a un governo voluto dalle banche e dalle lobbies finanziarie.



11 febbraio la società civile in piazza con la FIOM

11 febbraio, la società civile in piazza con la Fiom - Firma l'appello


In una «Repubblica democratica fondata sul lavoro» quale l’Italia deve costituzionalmente essere, la libertà operaia è la libertà di tutti, la sicurezza del disoccupato e del precario è la sicurezza di tutti. 

Ecco perché siamo convinti che la manifestazione nazionale indetta dalla Fiom per sabato 11 febbraio debba raccogliere attorno alle bandiere dei metalmeccanici tutte le forze vive della società civile. 
Ecco perché invitiamo ogni cittadino che senta ancora come propri i valori della Costituzione, non solo ad aderire ma a farsi promotore e protagonista di questa manifestazione, partecipando ad organizzarla. 
Ecco perché invitiamo ogni testata giornalistica e ogni sito che ritengano irrinunciabili i princìpi della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista a mobilitare la propria forza di comunicazione e informazione, contro il muro di gomma di un monopolio massmediatico che sceglierà il silenzio.

L’Italia democratica ha bisogno di speranza, e solo la lotta tiene viva la speranza. L’impegno dei cittadini. Il tuo impegno.

Paolo Flores d’Arcais, Andrea Camilleri, Margherita Hack, Dario Fo, Antonio Tabucchi, don Andrea Gallo, Carlo Lucarelli, Fiorella Mannoia, Erri De Luca, Ascanio Celestini, Franca Rame, Stefano Rodotà, Luciano Gallino, Gustavo Zagrebelsky, Telmo Pievani, Moni Ovadia, Furio Colombo, Fabrizio Gifuni, Valerio Magrelli, Pierfranco Pellizzetti, Angelo d’Orsi, Roberto Esposito, Luciano Canfora, Massimiliano Fuksas, Carlo Galli, Franco ‘Bifo’ Berardi, Adriano Prosperi, Nadia Urbinati, Andrea Scanzi, Valerio Evangelisti, Carlo Formenti, Marco Revelli

per firmare clicca su 


mercoledì 25 gennaio 2012

Questo debito non s'ha da pagare

Questo debito non s'ha da pagare
Il 26 gennaio ore 17.30
 all'ex Manifattura Tabacchi di Sestri Ponente 
con Loretta Napoleoni 
e Francesco Gesualdi 
per parlare di economia e di risposte alla crisi



la saggista e giornalista Loretta Napoleoni ed il coordinatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo Francesco Gesualdi, autore di vari libri tra cui la Guida al Consumo Critico e Sobrietà, saranno ospiti d'eccezione di "Questo debito non s'ha da pagare. Proposte molto concrete per uscire dalla crisi finanziaria con la politica e la cittadinanza attiva". L'incontro, che è promosso con il patrocinio del Municipio Medio Ponente e con il contributo della Regione Liguria, è organizzato da Fair e da Manifattura Etica, l'emporio della sostenibilità di Sestri Ponente.
"Un debito imponente ed una campagna mediatica martellante vorrebbero farci credere che solo l'austerità potrà salvarci" spiega Deborah Lucchetti di Fair, che dell'incontro è organizzatrice e moderatrice, "eppure esistono altre vie per uscire dalla crisi, e parlano di equità, di sostenibilità, di un modello diverso di società".
L'incontro di giovedì è il primo di una serie di attività di sensibilizzazione, di approfondimento ma anche di laboratori per bimbi ed adulti che Manifattura Etica svilupperà nelle prossime settimane.
Maggiori informazioni su www.manifatturaetica.it.

martedì 24 gennaio 2012

"..dei miserabili che sparano contro gli operai.."

"..dei miserabili che sparano contro gli operai.." (S. Pertini)

"Eravamo in molti a Genova quel giorno sotta la pioggia a rendere omaggio a un operaio, un operaio comunista.
I comunisti italiani erano anche questo."

Loris

lunedì 16 gennaio 2012

Parlando del naufragio della “Concordia” - … dice che il vento si farà lupo il mare si farà sciacallo…


Da genovese, la notizia , e l’evolversi della vicenda del naufragio della nave “Concordia”, l’ho vissuta con una certa angoscia e apprensione. Negli occhi le immagini del naufragio della London Valour sospinta dal Libeccio contro la diga foranea del porto di Genova, i tentativi eroici per strappare alla morte il più elevato numero dei membri dell’equipaggio e la fine dai contorni quasi epici del comandante della nave, il capitano Edward Muir. Era il 9 aprile 1970. (documentazione)

…Tornando all’attualità della “Concordia” ho potuto notare un grande richiamo alle esternazioni di pancia da parte sia dei soliti noti, sia di insospettabili. L’oscar forcaiolo, al garantista, ma solo per le malefatte berlusconiane Sallusti, che sul suo pezzo di carta titolava “Comandante Criminale”.
Ritengo sia troppo comodo, oggi, pensare che la responsabilità di quanto accaduto sia solo del comandante di quella nave, che siano stati efficienti o meno gli apparati di rilevazioni elettronici di bordo.
Abbiamo preso atto che, al fine di migliorare “l’immagine turistica”, dell’isola del Giglio, fare una “veronica” come alla corrida, rasentando la costa era cosa gradita e particolarmente apprezzata sull’isola stessa.
Ritengo, non credibile che di queste performance non ne fosse a conoscenza la compagnia o che non abbia il controllo di quanto viene fatto durante la navigazione, ci sarebbe da preoccuparsi assai, della seconda ipotesi.
Il transito di Navi o Traghetti, anche se a una distanza assolutamente di sicurezza, è destinato a sollevare “onde anomale” che normalmente provocano disagi a terra e che soprattutto lasciano “segni” .
Trovo curioso che la capitaneria di porto del luogo che sicuramente compie un’azione di prevenzione sulla costa pregevole, nel far rispettare le distanze di sicurezza agli acquascooter e ad altri natanti di biportisti ferragostani o della domenica, non abbia mai avuto niente da ridire o non accorgersi di una presenza così ingombrante in prossimità della costa di un arcipelago così prezioso come quello toscano.
Chiedere che sia accertata la verità su quanto accaduto, credo sia un preciso dovere nel rispetto delle vittime che ci sono state,  penso che il patrimonio naturale del luogo esiga la verità per le conseguenze che dovrà subire o che comunque rischia allo stato attuale di subire.
Il comandante per quanto sta emergendo non potrà mai essere neanche l’ombra del capitano Muir, ma i quarantadue anni che ci separano dal naufragio della London Valour ci hanno insegnato che sul mare, sia che siano carrette del mare, sia che siano moderni grattacieli sull’acqua gli interessi che muovono sono di gran lunga superiore alla massa d’acqua spostata dalla celebre spinta di Archimede.
Loris



"BIL’IN MY LOVE" Viaggio nella resistenza non violenta palestinese


Sono passati tre anni da “Piombo fuso” con le sue vittime e le sue testimonianze. Tra pochi mesi sarà un anno che Vittorio Arrigoni è stato rapito e assassinato a Gaza. Sempre più una esigenza di giustizia e di rispetto dei diritti dei popoli attraversa la Palestina, il medio-oriente e più in generale i paesi del mondo arabo.
Per queste ragioni riproponiamo a Sestri Ponente la mostra fotografica “Bil’in my love” , sulla resistenza non violenta in Palestina, allargata ad alcuni scatti su Vittorio Arrigoni  a Gaza.

Gli incontri durante la mostra vogliono favorire la conoscenza sulle condizioni del popolo palestinese e sui progetti di solidarietà in corso.  Tutti sono invitati a partecipare.



BIL’IN  MY  LOVE
Viaggio nella resistenza
nonviolenta palestinese

Foto di Hamde Abu RAHME

Mostra fotografica dedicata   a
 Vittorio   Arrigoni









 PROGRAMMA:

19 GENNAIO 2012   ORE 17:00
        INAUGURAZIONE MOSTRA FOTOGRAFICA

20 GENNAIO 2012  ORE 20:30
incontro pubblico con Khalid Rawash, medico
 “PROGETTO DIMA: UNA SCUOLA MATERNA A GAZA”
Presentazione progetto costruzione Scuola Materna intitolata a 
Vittorio Arrigoni nel campo profughi di Khan Younis a Gaza

21 GENNAIO 2012   ore 16:00 18:00
PROIEZIONE  FILMATI
“Intervista a Vittorio Arrigoni” ,   “Fotografo di pace”  e altri

PRESSO   Primo piano
PALAZZO FIESCHI, Via Sestri  34


ORGANIZZATO DA ASS.SENZA PAURA ONLUS

        CON IL PATROCINIO  DEL                                                



sabato 14 gennaio 2012

Ecco chi paga il prezzo dei tagli, mentre a Cortina ci si indigna per le verifiche dell'agenzia dell'entrate

Mi è stata segnalata una notizia che ha come protagonisti due studenti idonei alla borsa di studio erogata dalla regione Piemonte.
La regione Piemonte, taglia i fondi destinati all'istruzione.
I due giovani impossibilitati a supportare spese che avrebbe coperto la borsa di studio vengono sfrattati con l'uso della Polizia.
Gli studenti Torinesi si riuniscono e in corteo vanno ad occupare la casa dello studente di via Verdi che è in stato di abbandono da anni.
Il presidente pidiellino dell'EDISU (ente regionale per il diritto allo studio) definisce l'occupazione un "atto di violenza"
Prima di riportare i due dettagliati articoli faccio una considerazione:
Se per riuscire a garantire il diritto allo studio e per difendere la cultura in questo paese, dove pezzi della società si indignano per le ispezioni dell'agenzia delle entrate a Cortina, o applaudono per la sfacciata immunità garantita ad un amico di camorristi, necessita disobbedire. Orbene....evviva la disobbedienza!


Studenti senza borsa?
Ci pensa la polizia 


Paura, disgusto, rabbia. Cosa altro si può provare leggendo le notizie che arrivano da Torino?

Due ragazzi, fratello e sorella, 21 e 19 anni: studiano al Politecnico, in cui fino a pochi giorni fa era rettore l’ora ministro Profumo. Secondo l’EDISU (Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario del Piemonte) hanno pieno diritto alla borsa di studio, ma per l’assessore regionale Elena Maccanti (Lega Nord) le borse “sono soldi sprecati che la Regione toglie ad anziani e a malati, non è pensabile che in questi tempi di economie la Regione stanzi altri fondi sul diritto allo studio universitario”.

E così Amna e Khaled, ad anno accademico iniziato ormai da mesi, apprendono che la borsa che gli spetta non arriverà mai. Il padre mantiene altri quattro fratelli e non può pagare la retta: gli studenti non riescono a rassegnarsi e così, dopo qualche giorno, a risolvere il problema viene chiamata la polizia. Ora le loro cose sono in un magazzino, i loro sogni invece sono in frantumi. >>...Leggi tutto







Edisu, primo sfratto dopo 
la borsa di studio negata
Due studenti non hanno i soldi per pagare la residenza universitaria, la polizia li sgombera. Anna e Khaled sono arrivati a Torino a settembre certi di avere i requisiti per ottenere il sussidio. Poi la delusione
di OTTAVIA GIUSTETTI

"Non volevamo lasciare la stanza alla residenza perché non abbiamo un posto dove andare, siamo venuti in questa città convinti di ricevere la borsa di studio e il posto letto visto che nostro padre ha una pensione di 450 euro euro al mese e sei figli da mantenere. Ci hanno mandati via con la polizia, e per avere una stanza siamo finiti a Vercelli. Non abbiamo i soldi sufficienti per il biglietto del treno ogni giorno, può sembrare incredibile ma è così. Non so proprio come faremo". Amna e Khaled Ben Ayed sono due fratelli di 19 e 21 anni.

Il loro paese di origine è la Tunisia e sono iscritti entrambi al Politecnico dove frequentano il primo anno di Ingegneria informatica. Amna parla inglese e francese. Di italiano ancora poche parole."Hanno chiamato la polizia per farci lasciare la stanza racconta la ragazza non avevamo aggredito nessuno, ci hanno detto i responsabili dell'Edisu che si fa sempre così, che chiamano le forze dell'ordine quando devono convincere gli studenti a lasciare l'appartamento perché non ne hanno più diritto".  >>...Leggi tutto

mercoledì 11 gennaio 2012

Caro Faber, da tanti anni canto con te...


Fabrizio De André
(Genova, 18 febbraio 1940 – Milano, 11 gennaio 1999)

Caro Faber,
da tanti anni canto con te e con tante ragazze e ragazzi della mia comunità.
Quanti Geordie o Michè o Marinella o Boca di Rosa vivono accanto a me, nella mia città di mare, che è anche la tua, la nostra.
Anch’io ogni giorno, come prete, verso il vino e spezzo il pane per chi ha sete e per chi ha fame.
Tu, amico Faber, ci hai insegnato a distribuirlo.
Non solo tra le mura del tempio, ma per le strade, nei vicoli più oscuri, nell’esclusione, nell’emarginazione, nella carcerazione.
E ho scoperto con te, camminando per la via del Campo, che dai diamanti non nasce niente. Dal letame sbocciano i fiori, veramente.
La tua morte, Faber, ci ha migliorati, come sa fare l’intelligenza.
Abbiamo riscoperto tutta la tua antologia dell’Amore (e una volta tanto la vocale in maiuscolo è doverosa davvero…): una profonda inquietudine dello spirito che coincide con l’aspirazione alla libertà.
Ma soprattutto il tuo ricordo e le tue canzoni ci stimolano ad andare avanti.
Carissimo amico, caro Faber, tu non ci sei più, ma restano i migranti, gli emarginati, i pregiudizi, i diversi. Restano l’arroganza, il potere, l’indifferenza…
La Comunità di San Benedetto ha aperto una porta nella città di Genova, e già nel 1971 ascoltavamo il tuo album Tutti morimmo a stento.
E in comunità bussano tanti personaggi: derelitti, abbandonati, puttane, tossicomani, impiccati, aspiranti suicidi, traviati, travestiti, adolescenti persi, bimbi impazziti per la guerra e l’esplosione atomica.
Il tuo album ci lasciò una traccia indelebile. In quel tuo racconto crudo e dolente, che era ed è la nostra vita quotidiana nella comunità e nella città vecchia, abbiamo intravisto una tenue parola di speranza, perché, come dicevi nella canzone, dalla solitudine può sorgere l’amore come ad ogni inverno segue la primavera.
E’ vero, caro Faber, loro, gli esclusi, i loro occhi troppo belli, sappiano essere belli anche ai nostri occhi, troppo annebbiati. A noi, alla nostra comunità, che di quel mondo siamo e ci sentiamo parte.
Ti lasciamo cantando la Storia di un impiegato e la Canzone di maggio, che ci sembra sempre tanto attuale.
Ti sentiamo così vicino e così stretto a noi quando con i tuoi versi dici: ‘e se credete che ora tutto sia come prima, perché avete votato la sicurezza e la disciplina, convinti di allontanare la paura di cambiare, verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte. Per quanto voi vi sentiate assolti, siete per sempre coinvolti’.
Caro Faber, tu parli all’uomo, amando l’uomo, perché stringi la mano al cuore e risvegli il dubbio che Dio esiste.
Grazie,
i ragazzi, le ragazze, don Andrea Gallo, prete da marciapiede…

Il ricordo di Fernanda Pivano di alcuni anni fa




In un vortice di polvere 
gli altri vedevan siccità, 
a me ricordava 
la gonna di Jenny 
in un ballo di tanti anni fa. 

Sentivo la mia terra 
vibrare di suoni, era il mio cuore 
e allora perché coltivarla ancora, 
come pensarla migliore. 

Libertà l'ho vista dormire 
nei campi coltivati 
a cielo e denaro, 
a cielo ed amore, 
protetta da un filo spinato. 

Libertà l'ho vista svegliarsi 
ogni volta che ho suonato 
per un fruscio di ragazze 
a un ballo, 
per un compagno ubriaco. 

E poi se la gente sa, 
e la gente lo sa che sai suonare, 
suonare ti tocca 
per tutta la vita 
e ti piace lasciarti ascoltare. 

Finii con i campi alle ortiche 
finii con un flauto spezzato 
e un ridere rauco 
ricordi tanti 
e nemmeno un rimpianto. 


lunedì 9 gennaio 2012

Più di una dozzina di sindacalisti greci rischiano il carcere martedì


Se sei un sindacalista che lotta per garantire che non siano i lavoratori a pagare per la crisi finanziaria globale che non hanno causato, sembra che il 2012 sarà un anno impegnativo.

Giovedì 24 novembre 2011 la polizia greca ha arrestato Nikos Photopoulos, Presidente del sindacato dei lavoratori dell'energia GENOP/DEI, insieme a più di una dozzina di suoi colleghi sindacalisti.
Saranno in tribunale martedì 10 gennaio 2012, per affrontare accuse che potrebbero portare alla loro incarcerazione per un massimo di cinque anni.
Stavano protestando contro una delle misure di austerità della Grecia - il taglio del energia elettrica a chi non è in grado di pagare una nuova tassa di proprietà, riscossa indipendentemente da reddito o ricchezza, aggiunta a tutte le bollette di energia elettrica.
La nuova imposta è solo la più recente azione di 'austerità' dal governo greco.
Le prossime saranno l'abolizione del salario minimo nazionale e l'abbassamento delle tasse sul lavoro pagate dagli imprenditori.
Dedica un momento per inviare un messaggio al primo ministro greco a sostegno della campagna della confederazione sindacale Greca GSEE, che chiede che le accuse siano fatte decadere.

Basta fare click QUI per inviare il messaggio.

E per favore non dimenticare di inoltrare questo messaggio ai tuoi contatti, e di usare i tuoi account witter, Google+ e Facebook per aiutarci ad spargere la voce.

Grazie. 
Eric Lee



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domenica 8 gennaio 2012

Hoka Hey! È un buon giorno per morire!







"Con lance e frecce, e usando i fucili scarichi come clave sui soldati che si facevano sotto nella tormenta, i guerrieri tennero impegnati i Bianchi finché le donne riuscirono a risalire il Tongue e a rifugiarsi sullo spartiacque, verso il Little Big Horn, con Cavallo Pazzo, Cane e due Cheyenne come retroguardia. Numerosi soldati caddero in questa fase di combattimento ravvicinato, ma non ci fu tempo per contare colpi e prendere scalpi o altro, se non munizioni. 
Finalmente anche i guerrieri si ritirarono nella tormenta. 
La neve cadde in tale quantità che ricoprì le loro impronte e grazie alla neve, i soldati non seppero, e per molto tempo, che gli Indiani erano andati via dal Donna Impiccata.
Per tutta la notte viaggiarono nel gelido vento del nord, e anche il giorno successivo."

(Tratto da "Cavallo Pazzo" di Mari Sandoz - Rusconi editore)




Hoka Hey! È un buon giorno per morire! era il grido di guerra di Cavallo Pazzo.

L'8 gennaio 1877, sei mesi dopo la battagli di Little Big Horn, dove assieme a Toro Seduto impartì una dura sconfitta ai cavalleggeri dell'esercito USA comandati dal Ten. Col. George A. Custer, Tašunka Witko, conosciuto come Cavallo Pazzo, si impegna in quella che sarà la sua ultima battaglia contro l'esercito americano.

Nel maggio di quell'anno, alla testa di 900 Oglala ridotti alla fame in conseguenza alla lunga fuga dovuta a quella campagna contro i nativi americani condotta dal generale Miles, si arrenderà consegnandosi al ten. Philo Clarck.

Nello stesso settembre di quell'anno troverà la morte, colpito alla schiena con una baionetta mentre era scortato da uomini della polizia indiana e militari americani.






Il massacro di Sand Creek (chiamato anche massacro di Chivington o battaglia di Sand Creek) si verificò negli Stati Uniti d'America durante le guerre indiane il 29 novembre 1864, quando alcune truppe della milizia del Colorado, comandate dal colonnello John Chivington, attaccarono un villaggio di Cheyenne e Arapaho, massacrando donne e bambini. (wikipedia)

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giovedì 5 gennaio 2012

Sestri Ponente e il suo cantiere



Il seguente post vuole essere un contributo alla lotta dei lavoratori e dei sestresi contro la chiusura del “cantiere navale”
Riporto pertanto il link all’appello di Repubblica contro la chiusura del cantiere invitando tutti a firmare come semplice atto di solidarietà verso chi oggi difende quei posti di lavoro.
Su Facebook nel gruppo a sinistra blog è possibile condividerlo.
Loris





“Bisogna incominciare a perdere la memoria,
anche solo a pezzi e bocconi,
per rendersi conto che è proprio questa memoria a fare la nostra vita.
Una vita senza memoria non sarebbe una vita,
così come un’intelligenza senza possibilità di esprimersi
non sarebbe un’intelligenza.
La nostra memoria è la nostra coerenza, la ragione, l’azione, il sentimento.
Senza di lei, siamo niente”.
Louis Bunuel



Nel 1815 il maestro d'ascia Agostino Briasco impiantava il primo cantiere navale sulla spiaggia di Sestri Ponente. Negli anni successivi quell'attività profondamente legata con la stessa economia primitiva degli abitanti costieri avrebbe acquisito sempre più un ruolo confacente ad una azienda che non solo legava col territorio circostante ma con le esigenze stesse di un Paese che attraverso una unificazione gettava le basi e i pilastri di una sua industrializzazione e di una sua cultura operaia che attraverso il proprio lavoro rivendicava il proprio riscatto politico e sociale.
Negli anni il "Cantiere di Sestri" troverà assetti societari diversi e nomi diversi: Cantiere Ansaldo, Italcantieri, fincantieri...
Dai suoi scali, scivolarono in mare transatlantici come il Rex(1932)l' Andrea Doria(1951) e la Michelangelo(varata nel 1962).
Da alunno delle elementari ho regolato le mie uscite per andare a scuola con le sirene del cantiere che scandivano l'inizio del lavoro. Mi risuona nelle orecchie anche quel suono ritmico che precedeva per giornate intere il varo di una nave e a cui potevamo assistere sopraelevandoci un poco o sopra i terrazzi dei condomini o salendo verso le colline sestresi.

Come ho detto il "Cantiere" è parte integrante del tessuto sociale e politico di Sestri e del ponente genovese. Dignità operaia durante il fascismo, la Resistenza da parte dei suoi operai, la lotta politica e sindacale nel dopoguerra. Il tutto vissuto in simbiosi con i sestresi.

Riporto la testimonianza di Giovanni Agosti sul 16 giugno 1944, quando nel tentativo di fiaccare le lotte operaie i tedeschi e i repubblichini attuarono un rastrellamento deportando circa 1500 operai nei campi di concentramento in Germania.

"Nel 1944 ero al cantiere navale a Sestri che era dell'Ansaldo. Li abbiamo cominciato con gli scioperi,  per la mancanza dell'olio e di altri generi di prima necessità. 
Dopo ripetuti scioperi che abbiamo fatto nel '44 eravamo a bordo di una nave in costruzione, enon facevamo niente, per sabotare. Venne un ingegnere che si chiamava Rosina, ed era il direttoredel cantiere. Ci disse di non scioperare più perché senno sarebbero venuti i tedeschi e ci avrebbero portato via. Ma era logico che non si poteva ascoltare quello che ci diceva lui. Abbiamo continuato con le agitazioni, finchè poi hanno fatto quel rastrellamento del 16 giugno del 1944 in cui ci hanno portato tutti a Mauthausen. lo sono finito a Mauthausen, e poi dopo di li ci hanno distribuito nei vari campi, perché quando ci hanno preso sul lavoro eravamo migliaia. Eravamo in tuta di lavoro con gli zoccoli. Ci hanno presi, portati via. 

Abbiamo subito delle umiliazioni quando siamo scesi dal treno a Linz; e siamo andati su questo monte che c'è per arrivare a Mauthausen. C'erano dei bambini dalla finestra che ci sputavano addosso, bambini di 5-6-7 anni, ed era indicativo di quello che insegnavano loro."


La testimonianza di Agosti è tratta da :
"Vite da compagni"
di Nicolò Bonacasa e Remo Sensoni
Edizioni EDIESSE






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mercoledì 4 gennaio 2012

basta sangue:pace e diritti per il popolo curdo



GENOVA
Giovedì 5 gennaio dalle ore 17.30 

in piazza De Ferrari davanti al consolato turco civ 4

l'associazione "Senza paura" organizza un presidio in solidarieta' col popolo curdo, popolo senza diritti, senza pace, senza riconoscimento della propria cultura da parte del governo turco con la complicita' dell Europa e del mondo tutto.


   BASTA SANGUE!!! 

PACE E DIRITTI PER IL POPOLO KURDO 

IL 28 DICEMBRE AEREI DA GUERRA TURCHI HANNO BOMBARDATO SIRNAK/ULUDERE,UN VILLAGGIO NEL KURDISTAN TURCO E HANNO UCCISO CIRCA 40 PERSONE CIVILI, MOLTI DEI QUALI BAMBINI E RAGAZZI. 


E’ SOLO L’ULTIMO ATTO DI UNA LUNGA GUERRA CHE GOVERNI E MILITARI HANNO SCATENATO CONTRO UN POPOLO REO DI CHIEDERE DI ESSERE RICONOSCIUTO COME POPOLO. 

IL GOVERNO TURCO DEL PRIMO MINISTRO ERDOGAN CONTINUA A PROMETTERE SOLUZIONI MA NELLA PRATICA DA’ MANO LIBERA A ESERCITO E POLIZIA CHE CONTINUANO A COMPIERE UNA FEROCE REPRESSIONE DELLE ASPIRAZIONI DEL POPOLO KURDO, PUTROPPO COL SILENZIO E L’OMERTA’ DEI PAESI DELLA NATO. 


PER COSA LOTTA IL POPOLO KURDO: 

MODIFICA DELLA COSTITUZIONE CON IL RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI DI TUTTE LE MINORANZE ETNICHE E RELIGIOSE PRESENTI IN TURCHIA. 


LIBERTA’ DI INSEGNAMENTO E DI UTILIZZO IN PUBBLICO DELLA PROPRIA LINGUA MADRE. 

RIFORMA DEL SISTEMA ELETTORALE PER GARANTIRE IL DIRITTO DI RAPPRESENTANZA DELLE MINORANZE. 

LIBERAZIONE DEI DETENUTI POLITICI COMPRESO IL LEADER DEL PKK, ABDULLAH OCALAN (SOLO NELL’ULTIMO ANNO SONO MIGLIAIA GLI ARRESTI DI AMMINISTRATORI LOCALI, AVVOCATI, GIORNALISTI, ESPONENTI DELLA SOCIETA’ CIVILE, INTELLETTUALI, STUDENTI, DONNE E TROPPO SPESSO BAMBINI CON L’ACCUSA STRUMENTALE DI ESSERE FIANCHEGGIATORI DELLA GUERRIGLIA) . 


FACCIAMO APPELLO 

A TUTTI I CITTADINI DEMOCRATICI, ALLE ASSOCIAZIONI DI DIFESA DEI 

DIRITTI UMANI, ALLE FORZE POLITICHE E SINDACALI PERCHE’ SOLLECITINO IL GOVERNO ITALIANO A FARE DICHIARAZIONI 

DI ESPLICITA CONDANNA NEI CONFRONTI DEL GOVERNO TURCO ED AD ADOTTARE LE SANZIONI OPPORTUNE. 

LA POLITICA DELLA VIOLENZA CHE SOLO IN QUESTI ULTIMI 30 ANNI HA PRODOTTO 30 MILA MORTI DEVE CESSARE. 


E’ NECESSARIO DARE SPAZIO ALLA POLITICA DEL DIALOGO E DELLA TRATTATIVA. 
PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI.


  • Mercoledì notte F-16 turchi e droni senza pilota hanno bombardato i pressi di un villaggio kurdo, Roboski (Ortasu) nella provincia di Sirnak. Trentasei persone sono state uccise sotto i bombardamenti. Tutti uomini. Molti giovanissimi, tra i 12 e 18 anni. Il massacro è stato giustificato dalle forze armate turche...>>>LEGGI

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martedì 3 gennaio 2012

Qui l’avvenire è già presente. Chi ha compagni non morirà (F.Fortini)



“se è dato alle formiche, nel loro piccolo di incazzarsi perché non concedere questa chance anche a un gruppetto di anziani"


Sarà che pure io mi sto  incamminando verso la cosiddetta terza età, che, per portarmi un po’ avanti con le procedure, leggo con un certo anticipo di “ultrasettantenni”, raccontati da uno che purtroppo non c’è più, ma che sicuramente sugli incazzati e sulle ingiustizie in generale aveva avuto molto da cantare e da scrivere: Ivan Della Mea .

Non è un caso se mi viene da scrivere di ultrasettantenni incazzosi pensando al romanzo di Ivan della Mea “Sveglia  sul Buio”, le manovre per salvare l’Italia del prof. Monti sono destinate a fare incazzare, e molto.
Ho già scritto sul prelievo forzoso che sarà effettuato su quanti saranno obbligati ad aprire un conto corrente per poter riscuotere la propria pensione, non mi dilungherò pertanto sul concetto che anche il furto se legiferato diventa legale, e non mi soffermerò neanche sul concetto matematico che l’aumento della benzina non inciderà sul bilancio di un paraculo che gira in SUV o in Ferrari mentre sicuramente inciderà su chi armato di conto-corrente andrà a tentare di riscuotere la pensione alla posta rigorosamente a piedi o con mezzo pubblico, e scoprirà che il potere di acquisto della sua sospirata pensione è sceso perchè, anche se non ha più una vettura, gli autobus sono aumentati, così  come è aumentato il costo del trasporto delle merci, così come è aumentato il costo dell’autostrada comprensivo dell’arrotondamento in eccesso, e tutti questi aumenti incideranno su tutti quelli che sono considerati “ generi di prima necessità”.
Non ho scritto casualmente di tentativo di riscossione, perché alle poste si può tentare, senza avere la certezza di poter riscuotere. Ho recentemente scoperto che allo sportello, le operazioni si fanno col postamat, ma non sia mai che la banda magnetica sia illeggibile, perché anche se il chip elettronico fa bella mostra di se sulla carta le macchinette di rilevamento accettano solo “la strisciata” magnetica. Ipotizzare che le poste con la loro efficienza oltre al servizio postale possano offrire anche servizio bancario è un profondo atto di fede che sicuramente aiuterà per i credenti al momento di rendere l’anima a Dio ma sarà di poca utilità di fronte alla impossibilità di riappropriarsi di quanto dovuto (anzi, di norma assai meno di quanto dovuto) ad un qualsiasi sportello delle Poste Italiane. E questo vale ovviamente anche per gli eventuali pagamenti effettuati via bancomat allo sportello.

Omaggio a Ivan della Mea che ha ispirato il titolo di questo post ricavato dal libro "Sveglia Sul Buio" Edito da Granata Libri

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