Sono passati 38 anni da quel 7 ottobre in cui i genovesi e in particolare gli abitanti di Voltri dovettero far fronte ad un mare di acqua e fango che tanto incise non solo nella quotidianità ma anche nella cultura di solidarietà della gente.
Avevamo l’esempio della solidarietà di qualche anno prima nei confronti di Firenze dove lo sforzo dei volontari fu convogliato nel tentativo di salvare il più possibile il patrimonio artistico messo a dura prova dall’acqua.
A Voltri non c’erano biblioteche o quadri che facevano entrare in apprensione il mondo intero era stato però fortemente minato un tessuto operaio figlio di quel ponente genovese che attraverso le sue industrie aveva formato quella cultura operaia che nella Resistenza aveva gia dato un determinante contributo nella lotta al nazifascismo.
La risposta nell’ottobre 70 fu naturale, spontanea e generosa; nel mare di acqua e fango con linee telefoniche spesso interrotte e senza ovviamente sms o internet migliaia di giovani si riversarono nei quartieri colpiti adoperandosi fino allo sfinimento per poter alleviare il più possibile chi era stato duramente colpito.
Non eravamo gli "Angeli del fango" di Firenze anzi alcuni di noi vollero distinguersi in un presunto "Soccorso Rosso" anche se onestamente non vidi mai distinzione tra un giovane volontario e l’altro nell’impegno a ridare dignità alla città colpita.
La marea di promesse che furono sviolinate nei confronti di questi giovani trova forse pari alla quantità d’acqua e fango che aveva invaso Genova e come fu ripulita la città sparirono pure le promesse.
Rifiutammo di rientrare a scuola fino a che Genova non ritrovò un aspetto dignitoso riprendemmo la nostra vita senza sbandierare quello che avevamo fatto, lo avevamo fatto e basta.
3 commenti:
http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=79699
SE SABATO VIENI A ROMA SCRIVIMI A GAPRESISTENTE@GMAIL.COM
CIAO GAP
ottimo esempio dell'essere attraverso il fare.
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