il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



venerdì 13 febbraio 2009

CHE FARE?

Stavo per commentare il post del russo sulla lettera di Saviano sull'epilogo della vicenda Eluana.Scrivendo di norma da una parte per poi trasferire a cose fatte sul blog mi sono reso conto che sarebbe diventato un po troppo lunghetto, per cui, è diventato il mio post. Invito per comprendere meglio chi non l'avesse gia fatto di andare per lo meno a leggere la lettera di Saviano per comprendere meglio il senso di ciò che dico.

Qualcuno potrebbe non crederci ma pure io su questa vicenda non volevo più ritornare. Nessuno di noi ritengo possa sentirsi e stare come i genitori di Eluana quindi anche se dalla nostra pancia salgono urli nei confronti di tutta la vicenda umana che si è sviluppata in questi giorni, abbiamo il dovere di rispettare questi genitori.
Ho letto la lettera di Saviano e i commenti , facendomi sempre più una convinzione man mano che sommavo commento a commento ed è che avverto una scarsa capacità ad uscire dal singolo fatto per contestualizzare una vicenda che colpisce profondamente le coscienze in quello che è il contesto politico attuale. Per uno strano meccanismo abbiamo tutti la capacità di osservare una stortura, una ingiustizia, possediamo ancora, per lo meno la maggior parte di noi la capacità di indignarci, ma non abbiamo poi la capacità una volta contestualizzata di trasformarla in iniziativa politica. In questo la destra che come è evidente a tutti è al governo di questo paese fa il bello e soprattutto il cattivo tempo. Non solo, ma la deriva autoritaria, risulta evidente nei tentativi continui e costanti (come ha ben descritto Paul Ginzborg ad annozero ) come un rapace che si avventa sulla preda e appena sente un po’ di resistenza desiste in attesa della prossima occasione. Nel frattempo vengono varati i pacchetti sicurezza che trovano tutta la loro pretestuosità nel rimettere in libertà dopo pochi giorni uno stupratore oppure chi ha tentato di dare fuoco a un bengalese non potendo fare a meno di pensare che avrà influito il fatto che i due imputati non sono extracomunitari o rumeni. Ho scritto non extracomunitari e rumeni anziche semplificare parlando semplicemente di italiani perché la differenza in questo caso si sente e molto pesantemente. La consapevolezza che in questi giorni tra le problematiche per il testamento biologico e questi pacchetti sicurezza il governo nella figura di “sua eccellenza il cavaliere…..Silvio Berlusconi” hanno portato un vero e proprio attacco al cuore dello stato rischiando di minare i fondamenta della nostra Repubblica Democratica.
La risposta che a questo punto dobbiamo andare a dare è politica e non possiamo più pensare che la delega la lasciamo o a un Di Pietro o a un (sigh) Veltroni oppure che la andiamo a dare ad una sinistra che ancora annichilita dalla sconfitta di 10 mesi fa non trova la quadra che al di la di differenze ideologiche tra “identitari” e “unitari” al proprio interno rincorre sempre più una logica di conservazione di rendite di posizione.
Necessita che diamo forma a questa sinistra che ha nel passato più prossimo rinunciato a partecipare, perche le pratiche partecipative della sinistra odierna sono quelle dei strapuntini logori che hanno perso con la gommapiuma tutto il loro contenuto.
Non è la destra che ha vinto in Italia ma è la Sinistra che ha perso la Sinistra.
E’ una sinistra che si è sempre più marginalizzata estromessa da quei stessi partiti o gruppi da cui hanno sempre riconosciuto un dna comune.
Occorre un soggetto nuovo capace di essere forza d’opposizione e di governo. Occorre mettere una rosa di contenuti contraddistinti dal primato della difesa della Costituzione e del lavoro. Necessità che il concetto di solidarietà contraddistingua questo soggetto politico.
Propongo di iniziare per lo meno a pensare a quella proposta della Rossanda per una lista di Sinistra con i grandi profili di gente di sinistra al di fuori dei partiti. La Sinistra che non c’è.

8 commenti:

Andrea De Luca ha detto...

gran bel post o commento

andreacamporese ha detto...

Fondamentalmente sono d'accordo con te. Credo che da una ventina d'anni si sia persa la spinta ideologica che portava, dopo un confronto anche aspro, ad una risposta politica e sociale per problematiche reali, concrete, quotidiane.
La risposta politica non è più nel programma della sinistra o del centro sinistra, e lo dimostrano le scomposte reazioni in merito alla vicenda della famiglia Englaro.
Credo che un altro elemento che andrebbe aggiunto alla tua analisi è la disciplina. Non, ovviamente, in senso fascista, ma con quel significato del termine che veniva dato dal PCI o dal PDS: quando si lavora e lotta (perchè a volte si lotta) per un obiettivo sociale e politico è giusto confrontarsi ed avere posizioni varie (la diversità è sempre stata una forza per la sinistra italiana), ma ci vuole anche la disciplina per trovare, a momento debito, la quadra del cerchio.
Con il PCI fino ai DS le diversità sono state una forza, ma le diversità senza disciplina ed unità ideologica portano solo scollamento, divisione. Ce lo mostrano tristemente da un po' di anni i partiti e partitucoli di sinistra, che fanno a cazzotti fra di loro senza definire orizzonti comuni.
Questo penso sia il segreto, in definita, da cui si dovrebbe partire: unità e disciplina.
Basta con i cani sciolti, le teste calde, quelli che fanno di testa loro ogni volta che lgi gira. Ci vuole serietà.
Se io al lavoro faccio come cazzo voglio, giustamente mi prendo una bella strigliata.
Perchè, allora, chi avrebbe il dovere (e diritto, dato dagli elettori), di dare risposte all'Italia non è tenuto a seguire delle regole ed un certo auto-controllo?
Saluti

P.S.: nel mio ultimo post, a proposito della deriva totalitaria del Governo, ho fatto un'interessante proposta che ora devo solo trovare il tempo di pubblicizzare.

Alessandro Tauro ha detto...

Ottimo post loris. E come ben sai, lo condivido in pieno.
E mi sento anche di aggiungere che quei grandi profili esterni ai partiti in un certo senso sono proprio "la sinistra che c'è". In tutto questo tempo, mentre la classe dirigente era impegnata a creare ogni distinguo possibile tra di essa, e impiegava tutte le proprie energie per disquisire in maniera vaga e non propositiva sulla sconfitta elettorale, c'era un popolo di sinistra(e non mi stancherò mai di ripeterlo) molto più vasto ed omogeneo di quanto appaia guardando i rispettivi rappresentanti politici nazionali.

C'è una imponente convergenza di idee all'interno del popolo della sinistra, che è diventata tale anche paradossalmente grazie all'abbandono dell'appartenenza ai soggetti politici che hanno guidato la sinistra finora in Italia.
La classe politica continua però ad essere divisa su questioni più di pura teoria che questioni basilari e pratiche. E l'unico mio timore è che ora anche quel popolo, così omogeneo nelle intenzioni, nelle idee e nelle risposte ai problemi, ora si stia lasciando trasportare dallo spirito di contrapposizione meramente "partitico" e stia perdendo di vista ciò a cui si sarebbe potuti giungere...

Gap ha detto...

C'è bisogno che commenti?

NADIA ha detto...

Hola, concordo e sottoscrivo!!

loris ha detto...

...no Gap non c'è bisogno che commenti ma che iniziamo insieme dopo aver fatto rete a stringere sulle proposte si. La risposta naturalmente non è at personam ma sta a significare che se ora raccolto il comune consenso troviamo il modo di fare diventare la proposta Rossanda la proposta della sinistra che concorda ,che è stata al di fuori dei partiti in questi anni, che ha atteso una sua stella cometa senza che passasse neanche un asteroide ma soprattutto che vuole ancora contare.
Soprattutto riempiamo di contenuti questa nostra proposta perchè è sui contenuti che ritrovi e costruisci l'unità politica e ideale di un soggetto politico.

Crocco1830 ha detto...

Sono d'accordo. Occorre rilanciare la Sinistra e bisogna farlo dal basso.
Credo che per farlo sia necessario puntare l'attenzione su alcuni principi fondamentali, senza pensare nell'immediato di entrare cavillosamente nei particolari, che potrebbere distruggere prima ancora di far nascere.
Sulla base di quei principi fondamentali, sarà da praticare la politica, anzichè argomentarla all'infinito, evitando, come diceva il sempre prezioso Gramsci, la "frenesia parolaia".

Juanne Pili ha detto...

Complimenti per la scelta del titolo ... quando Lenin scrisse "che fare" forse non si immaginava che un giorno ci sarebbe stata la necessità da parte del popolo di improsare i suoi capi ... ai suoi tempi era l'esatto contrario.

Faccio mio tutto quello che hai scritto e lo sottoscrivo ... xrò prima Veltroni fa le valige e parte ... sennò non si va da nessuna parte e questa resterà una sinistra fittizzia. Hanno sbagliato tutto fin dall'inizio ... a partire da quelle finte elezioni primarie.

BEGIN

Share |

Lettori fissi

networkedblogs

DISCLAIMER


Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.
L'autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, nè del contenuto dei siti "linkati".

Alcuni testi o immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarlo via E-mail. Saranno immediatamente rimosse.

Some text or image, in this blog, were obtained via internet and, for that reason, considered of public domain. I have no intention of infringing copyright. In the case, send me an E-mail and I will provide immediately.