il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



mercoledì 19 agosto 2009

Lettera aperta agli operai della INNSE

Milano, 13 agosto 2009
Cari Vincenzo Acerenza, Fabio Bottaferro, Luigi Esposito, Roberto Giudici e Massimo Merlo,
permettetemi innanzitutto di presentarmi, sono responsabile del Dipartimento Freelance dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, aderente alla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, in poche parole il sindacato dei giornalisti. Per freelance si intendono i liberi professionisti, cioè – non fatevi ingannare dalla bella parola che fa venire in mente notai e luminari agiati di varie professioni – i giornalisti senza contratto, semplicemente perché non assunti, o perché perennemente precari, ma meglio sarebbe dire precarizzati dal sistema vigente (un tempo non era così). Certo poi ci sono pochissimi freelance celebri, capaci di dettare il prezzo dei loro compensi, ma forse non hanno un grande bisogno del sindacato. Pare che questa parte precaria costituisca ormai il 50% della nostra categoria. Sarebbe bene che tutti lo tenessero presente, quando pensano ai “giornalisti”. Vi assicuro infatti che molti “liberi professionisti” con o senza partita IVA versano oggi in condizioni lavorative non molto diverse e a volte addirittura peggiori di quelle degli operai.La premessa è lunga, ma il messaggio è breve, con un’intensità emozionale che vorrei vi giungesse ben più copiosa del numero delle righe. Desidero ringraziarvi perché la vostra lotta intelligente, fantasiosa e vincente ridà speranza proprio ai più deboli, a quelli che possono sembrare perfino sindacalmente perduti, ovvero indifendibili. Dimostra che a volte un imprenditore sbaglia e un altro imprenditore può correggere l’errore, basta volerlo davvero; il che introduce una visione nuova e progressiva del mercato, ripeto, basta volerlo.Come avviene per certe opere d’arte, la vostra lotta e la vostra vittoria trascendono le intenzioni degli “autori”, acquisiscono un valore non solo per le motivazioni di chi l’ha prodotte ma anche e soprattutto per la reazione che provocano in chi vi ha assistito. Inoltre ci danno spunti per riflettere sulle nostre debolezze e sul coraggio che occorre per superarle.Insomma in una parola, grazie.
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Saverio Paffumi
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Responsabile del Dipartimento Freelance dell’Associazione Lombarda dei GiornalistiConsigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti

2 commenti:

il monticiano ha detto...

Ritengo che il giornalista freelance Paffumi abbia colto nel segno.
La lettera a quei cari operai che moltissima parte degli italiani ha ammirato faccia loro molto piacere.

Anonimo ha detto...

Forse Paffumi conserva ancora qualche traccia del grande quotidiano dove ha lavorato!! E ricorda ben altri tempi quando i giornalisti erano tali e non piegavano la schiena con tanta facilità e si interessavano dei problemi della libera stampa prima che prendesse il sopravvento la questione economica della categoria.
A ravvedersi c'è sempre tempo, a ricreare una coscienza che tenga conto più di ora dell'importanza della professione giornalistica, di tempo ne occorerrà molto di più.

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