Proviamo una valutazione “laica” dei fatti pugliesi, fuori da livori, o da posizioni preconcette.
Sinistra e Libertà e ancor prima la mai costituita Associazione per la sinistra sulla persona di Nichi Vendola ha puntato molto. Senza dubbio il suo è stato un carisma politico che ha raccolto specialmente nel Sud importanti conferme ma, è spesso sembrato il paravento a figure che sono rimaste per scelta o per incapacità in posizione di retroguardia all’interno del cartello elettorale.
La capacità affabulatoria di Vendola col culto della narrazione troppo spesso ha lasciato in secondo piano l’assenza di un progetto politico di ampio respiro esponendo l’operato dell’amministratore come l’unguento miracoloso alla soluzione di tutte le problematiche italiane e quelle di risposta alla crisi internazionale.
Sicuramente l’ultimo anno e mezzo è stato per Vendola una sovraesposizione tra campagne elettorali congressi e progetti politici lasciati appesi, che lo hanno sicuramente distratto in quello che era il suo mandato in qualità di Governatore della Puglia e quindi pure l’immagine di buon amministratore si è pericolosamente incrinata.
Non voglio entrare in quanto non è mio compito ne ho elementi per farlo nella vicenda giudiziaria pugliese. Credo che comunque sarebbe realmente da ingenui pensare che un sistema così radicato non avesse già avuto un consolidamento ben prima del governatore Vendola, ciò non toglie che nel momento in cui è stato accettato che lo scontro politico è sull’immagine e non sui contenuti, questa figura di leader ha trovato uno stop da cui difficilmente potrà liberarsi, sia da parte ovviamente dei suoi avversari politici, sia dai suoi stessi alleati, sempre che non vengano chieste contropartite a livello politico forse troppo elevate.
A questo punto però il quadro che si presenta in quell’ambito della sinistra viene rimesso a mio parere nuovamente in discussione. Il fatto che sino ad ora abbiano potuto sbandierare più o meno assembramenti più attenti alle alchimie politiche che non ai contenuti esponendosi anche a pericolose contraddizioni nei territori a questo punto è dimostrato che non paga, e, il più o meno coinvolgimento anche se incolpevole di quello che a tutti gli effetti doveva essere il leader di tale raggruppamento nelle vicende pugliesi fa si che il tutto si ritrovi orfano ancor prima di nascere. Forse se nasceva prima, magari all’Ambra Jovinelli di Roma il 13 dicembre e senza troppi bilancini ma con qualche contenuto in più sarebbe stato diverso? Ai posteri l’ardua sentenza.
Credo che a questo punto ci ritroveremo da una parte i sinistri del PD (Bersani Dalema ecc.) più isolati e una buona fetta di questa sinistra extraparlamentare più disponibile ad una normalizzazione con un passaggio proprio in quel PD da cui non hanno mai voluto prendere le distanze in maniera netta rivendicando una autonomia di pensiero e di percorso politico.
Non è che da questo altri nella sinistra extraparlamentare ne potranno giovare, perché chi ha fatto scelte che rimangono soprattutto a difesa della propria identità, rifiutando di fatto analisi dinamiche della nostra società e quindi la stessa risposta a questa crisi globale, non troveranno quei consensi attraverso i quali una sinistra può essere di lotta e nel contempo di governo.
Sinistra e Libertà e ancor prima la mai costituita Associazione per la sinistra sulla persona di Nichi Vendola ha puntato molto. Senza dubbio il suo è stato un carisma politico che ha raccolto specialmente nel Sud importanti conferme ma, è spesso sembrato il paravento a figure che sono rimaste per scelta o per incapacità in posizione di retroguardia all’interno del cartello elettorale.
La capacità affabulatoria di Vendola col culto della narrazione troppo spesso ha lasciato in secondo piano l’assenza di un progetto politico di ampio respiro esponendo l’operato dell’amministratore come l’unguento miracoloso alla soluzione di tutte le problematiche italiane e quelle di risposta alla crisi internazionale.
Sicuramente l’ultimo anno e mezzo è stato per Vendola una sovraesposizione tra campagne elettorali congressi e progetti politici lasciati appesi, che lo hanno sicuramente distratto in quello che era il suo mandato in qualità di Governatore della Puglia e quindi pure l’immagine di buon amministratore si è pericolosamente incrinata.
Non voglio entrare in quanto non è mio compito ne ho elementi per farlo nella vicenda giudiziaria pugliese. Credo che comunque sarebbe realmente da ingenui pensare che un sistema così radicato non avesse già avuto un consolidamento ben prima del governatore Vendola, ciò non toglie che nel momento in cui è stato accettato che lo scontro politico è sull’immagine e non sui contenuti, questa figura di leader ha trovato uno stop da cui difficilmente potrà liberarsi, sia da parte ovviamente dei suoi avversari politici, sia dai suoi stessi alleati, sempre che non vengano chieste contropartite a livello politico forse troppo elevate.
A questo punto però il quadro che si presenta in quell’ambito della sinistra viene rimesso a mio parere nuovamente in discussione. Il fatto che sino ad ora abbiano potuto sbandierare più o meno assembramenti più attenti alle alchimie politiche che non ai contenuti esponendosi anche a pericolose contraddizioni nei territori a questo punto è dimostrato che non paga, e, il più o meno coinvolgimento anche se incolpevole di quello che a tutti gli effetti doveva essere il leader di tale raggruppamento nelle vicende pugliesi fa si che il tutto si ritrovi orfano ancor prima di nascere. Forse se nasceva prima, magari all’Ambra Jovinelli di Roma il 13 dicembre e senza troppi bilancini ma con qualche contenuto in più sarebbe stato diverso? Ai posteri l’ardua sentenza.
Credo che a questo punto ci ritroveremo da una parte i sinistri del PD (Bersani Dalema ecc.) più isolati e una buona fetta di questa sinistra extraparlamentare più disponibile ad una normalizzazione con un passaggio proprio in quel PD da cui non hanno mai voluto prendere le distanze in maniera netta rivendicando una autonomia di pensiero e di percorso politico.
Non è che da questo altri nella sinistra extraparlamentare ne potranno giovare, perché chi ha fatto scelte che rimangono soprattutto a difesa della propria identità, rifiutando di fatto analisi dinamiche della nostra società e quindi la stessa risposta a questa crisi globale, non troveranno quei consensi attraverso i quali una sinistra può essere di lotta e nel contempo di governo.
Loris
5 commenti:
Ho letto attentamente il tuo post
con il quale analizzi ciò che è accaduto e sta accadendo in Sinistra e Libertà.
E' fuori dalla mia portata sapere quello che accadrà in terra di Puglia dopo i recentissimi avvenimenti ma ti coonfesso che ho in testa un bel po' di confusione.
Sarà l'età?
Berlinguer dove sei?
Mai affidarsi agli uomini della provvidenza, anche se di sinistra.
Ho sempre trovato perfettamente coincidenti le caratteristiche di Vendola e quelle di SEL.
Nella politica di oggi, a torto o ragione, c'è la tendenza a "personificare" i partiti, a identificarli con i leader che esprimono.
Sinceramente, non so se è una bella "tendenza" visto che la misura massima di tutto questo è proprio il berlusconismo e la coincidenza perfetta tra Forza Italia ed il suo leader indiscusso.
Aldilà di qualsiasi giudizio di merito, questa tendenza, in maniera innegabile, si sta diffondendo anche a sinistra.
E Vendola e SEL ne sono l'esempio più recente e significativo.
Ad 1 anno di distanza da Chianciano si sta ancora aspettando un documento programmatico, serio e significativo.
Si può sperare in qualcosa oltre un cartello elettorale, che oltretutto non ha nemmeno raggiunto il suo scopo, e oltre una paralisi la cui dimensione è pari solo al vacuum di idee e contenuti propositivi?
Si può sperare in una capacità di governo non inficiata da scandali e strani connubi?
@MONTICIANO, Nessuna preoccupazione , credo che il problema possa essere inquadrato, come si dice a Genova, nel tentativo di farci passare le braghe dalla testa, quindi....
@Harmonica, forse perchè ateo e laico posso trattare l'argomento con la consapevolezza di avere qualche sostenitore ora da una parte ora dall'altra che tenterà la delegittimazione o come ci ricorda Orwell calunnierà un po, ma non posso resistere nel non denunciare quello che non da adesso appare abbastanza evidente.
@Audrey, Sono più che d'accordo con te sul tentativo della politica del passare dalla logica dei contenuti e dei valori a quella mediatica e dell'immagine.
Non solo come dici tu ciò è berlusconismo ma in questo Berlusconi è vincente visto i mezzi che ha.
La cosa che in me provoca amarezza è quest'anno e mezzo perso e della frustrazione di molti, me compreso, che hanno ritenuto che con alcune di quelle forze politiche sarebbe stato possibile uscire dal guano che si rapprendeva attorno al popolo della sinistra e ai ceti meno abbienti italiani.
Non si riparte da tre come imbonitori della politica hanno provato a vendere, si può solo ripartire dalla progettualità di una società che forse avrà meno "narrazione" ma saprà dare le risposte ai bisogni secondo una logica che guardi a quali consumi indirizzarsi e a cosa produrre.
C'era una volta uno slogan tanto banale (in seguito trito e ritrito) quanto profondamente saggio e lacerante: "La verità è sempre rivoluzionaria". Molte rivoluzioni hanno poi creduto di fondarsi sulla bugia...e si sa come sono finite.
Ora vorrei proporvi un altro motto, forse ancora più banale, mutuato, quasi copiato da quello: "L'onestà è sempre rivoluzionaria". E invitarvi a rifletterci su.
Mi colloco a sinistra, ma da tempo non so più "quanto", anche perché le unità di misura, ma perfino i segni algebrici, sono saltati come gocce di mercurio impazzite. Sento che però il grande discrimine oggi, specie in Italia, è tra onesto e disonesto, tra etico e non etico. Più ancora che fra destra e sinistra. Mi riferisco ovviamente non solo all'onestà materiale (non rubare), ma anche a quella intellettuale, che non può prescindere dall'imparzialità dell'analisi che di volta in volta conduce alle scelte (obiettivi, alleanze, ma anche assunzioni, nomine, carriere, appalti, licenze...).
Forse è su questo discrimine - la rifondazione dell'etica politica - che si può ricostruire un'unità a sinistra, ma direi di più, un'unità dei democratici sinceri e onesti in un progetto lungimirante, da avviare subito, ma pensato più per i nostri figli e nipoti che per noi. Io è questo che capivo quando sentivo Berlinguer parlare di questione morale. Adesso c'è da colmare un grave ritardo. Anzi un vuoto.
Saverio Paffumi
Posta un commento