…Sono due giorni che remeno i temi elettorali, le incapacità, le incomprensioni, le passioni. Sono giorni che tento di coniugare, non riuscendoci, quello che sta succedendo in Iran.
Chi scrive in un blog non è un professionista della scrittura e della comunicazione, per lo meno nella stragrande maggioranza dei casi. Io non lo sono, ma, quando mi metto alla tastiera e butto giu qualche cosa di scritto cerco di trovare il modo non solo di comunicare una notizia o una informazione ma anche un’emozione, una passione, una indignazione.
Manifestare una condanna nei fatti dell’Iran potrebbe risultare la copia di tante altre condanne nei confronti di regimi totalitari, teocratici come quello iraniano. E’ il ricordo di Tiananmen o di piazza Venceslao, dello Stadio di Santiago o dell’Atene dei colonnelli.
Purtroppo sarebbe facile riproporre l’assassinio di Neda e bloccare l’immagine in quell’istante dove la vita finisce e segue il nulla. Ricordare Carlo e il suo corpo straziato o ricordare Andreas Grigoropoulos ucciso dalla polizia greca pochi mesi fa.
Ma esiste il modo di trasmettere questo dolore, la rabbia, l’indignazione, la disperazione attraverso poche righe e un video? Vorrei avere il potere di riuscirci, lo ricordavo nel settembre scorso quando scrivevo della manifestazione di Torino a sostegno del Cile democratico fatta nel novembre 73.
Volutamente non propongo immagini “vere”, ma propongo il finale di un film cult per la mia generazione “fragole e sangue”, forse diventa più facile pensare che quella polizia è la polizia iraniana, o quella che ha fatto irruzione alla Diaz o quella che ha sparato ad Andreas.
E’ la stessa di Avola, di Reggio Emilia della Colombia e degli squadroni della morte brasiliani.
Oggi siamo al fianco degli iraniani che lottano per la democrazia.
Oggi dobbiamo dare prova di essere vivi.
Chi scrive in un blog non è un professionista della scrittura e della comunicazione, per lo meno nella stragrande maggioranza dei casi. Io non lo sono, ma, quando mi metto alla tastiera e butto giu qualche cosa di scritto cerco di trovare il modo non solo di comunicare una notizia o una informazione ma anche un’emozione, una passione, una indignazione.
Manifestare una condanna nei fatti dell’Iran potrebbe risultare la copia di tante altre condanne nei confronti di regimi totalitari, teocratici come quello iraniano. E’ il ricordo di Tiananmen o di piazza Venceslao, dello Stadio di Santiago o dell’Atene dei colonnelli.
Purtroppo sarebbe facile riproporre l’assassinio di Neda e bloccare l’immagine in quell’istante dove la vita finisce e segue il nulla. Ricordare Carlo e il suo corpo straziato o ricordare Andreas Grigoropoulos ucciso dalla polizia greca pochi mesi fa.
Ma esiste il modo di trasmettere questo dolore, la rabbia, l’indignazione, la disperazione attraverso poche righe e un video? Vorrei avere il potere di riuscirci, lo ricordavo nel settembre scorso quando scrivevo della manifestazione di Torino a sostegno del Cile democratico fatta nel novembre 73.
Volutamente non propongo immagini “vere”, ma propongo il finale di un film cult per la mia generazione “fragole e sangue”, forse diventa più facile pensare che quella polizia è la polizia iraniana, o quella che ha fatto irruzione alla Diaz o quella che ha sparato ad Andreas.
E’ la stessa di Avola, di Reggio Emilia della Colombia e degli squadroni della morte brasiliani.
Oggi siamo al fianco degli iraniani che lottano per la democrazia.
Oggi dobbiamo dare prova di essere vivi.
3 commenti:
Quando la gente è rassegnata e senz’anima ... Shock Politik ... Non fate che la noia paralizzi tutto il mondo...
l’assassinio di Neda , Carlo e il suo corpo straziato,Andreas Grigoropoulos ucciso dalla polizia greca pochi mesi fa.
e quanti di cui neanche conosciamo il nome? io piango per ciascuno di loro... lotto per quanto posso p0er ciascuno di loro anche se mi sembra sempre di non fare abbastanza... vorrei tanto vedere la gente che se ne frega vorrei tanto capire come fa a non vedere...
e hai ragione galatea.
le parole di roypaci rendono molto... ma siamo noi che dovremmo fare questo shock politik... ma la gente non si muove.
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