il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



lunedì 22 giugno 2009

POST-REFERENDUM

Nella mia città, Genova, alla fine anni 60 e primi del 70 c’era un vecchio compagno anarchico soprannominato “Paciugo”.L’età avanzata il, grosso fiocco nero al collo e la bandiera anarchica erano un riferimento preciso ad ogni manifestazione della Sinistra, soprattutto extraparlamentare.
Erano anni non facili, e fin troppo spesso, finiva con una o più carica della polizia. Mentre i più giovani manifestanti si disimpegnavano con corse a rifugiarsi nei vicoli della città, Paciugo che sicuramente qualche problema lo aveva nell’eventualità di una corsa e puntualmente rimaneva immobile a “difendere la bandiera”. Lui a quell’età veniva magari identificato, poi, rilasciato con una denuncia a piede libero e la bandiera veniva immediatamente spezzata e vilipesa da qualche solerte servitore dello stato.
Caro Franceschini, reputalo un onore trovare delle sillogie fra te e il compagno “Paciugo” Hai reso testimonianza, nel non voler modificare l’atteggiamento del tuo partito sulla questione referendaria, di come un Partito caparbiamente rimane attaccato alle proprie decisioni e sicuramente una iniezione di fiducia e sicurezza nei confronti della stessa base sei riuscito a impartirla. La sicurezza che ancora qualche giro elettorale e oltre alla sinistra anche il PD riuscirà a sparire. A onor di storia riconosco che comunque sei solo l’ultimo e il più incolpevole di autentiche linci della politica che avendo una visione sicuramente affetta da strabismo ha costellato prima la sinistra e ora pure il centro (sinistra?) di sconfitte inenarrabili.
In questo contesto c’è da constatare che ciò che diceva un incolto blogger quasi due mesi fa prende sempre più consistenza. La fine dell’impero Berlusconico (la desinenza nico è per dargli più assonanza con Napoleonico) e nel contempo non avere ne una sinistra extraparlamentare in grado da rappresentare un conflitto sociale evidente ne un centrosinistra parlamentare in grado di fare proprie alcune istanze che provengono da chi sta pagando il prezzo più alto della crisi in atto.
Dopo la sconfitta del 6 e 7 giugno, soloni della politica hanno ritenuto positivo un risultato del 3% e spiccioli per ognuno dei due principali schieramenti. Lo andassero a dire ai disoccupati, ai precari, ai migranti.
E’ sempre più urgente scrivere una pagina nuova nella sinistra Italiana. Auguriamoci che l’assemblea che si terrà a Bologna il 26 di giugno possa essere un passo costituente di questo nuovo soggetto che esce fuori dalle logiche delle segreterie e metta termine al banchettamento dei resti della sinistra, unificando sulla base di contenuti il popolo della sinistra.Credo che il momento di scontro istituzionale sia estremamente alto, un premier in ogni caso, al di la del lodo Alfano, ricattabile per i suoi vizietti e discreditato a livello internazionale, rende tangibile la possibilità che lo scontro al vertice, e tutto interno alle logiche del capitalismo industriale/finanziario possa causare danni alla stessa struttura democratica del paese. Guai ci dovessimo ritrovare dei dirigenti che filosofeggiando sullo 0,% ritenessero che il problema politico lo si risolve all’interno delle segreterie. Sarebbe Criminale



OMAGGIO A "PACIUGO"

1 commento:

nino uvamata ha detto...

Mi permetto di fare una precisazione che nulla toglie al senso di quanto hai scritto. La mia militanza anarchica rappresenta tuttora, a distanza di oltre 30 anni, uno dei periodi più belli e più ricchi della mia piccola vita. Ho conosciuto e frequentato Giuseppe Pasticcio, salvo sbandamento della memoria era il suo vero nome. Verissimo che difendeva e ostentava indomito la sua bandiera nera con la A cerchiata rossa. La sua casa è stata un rifugio, diceva, per qualcuno che in quegli anni aveva da saprire per un po' dalla circolazione. Sperava di venire arrestato perché il suo sogno era di andare a processare i Giudici e attraverso loro lo Stato. Era stato al confino con Pertini che, negli anni in cui ho frequentato il circolo Pietro Gori di Certosa, era presidente della Camera. Lui lo chiamava "rinnegato" perché 40 anni prima si era piegato a dire viva il duce o roba simile mentre il buon integerrimo Pasticcio si era beccato sempre le bastonate e l'olio di ricino per non averlo mai detto. Grazie dell'opportunità casuale di ricordare questa sfolgorante figura di compagno integrale. Ciao. Alessandro - snoopy

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